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Disaster Recovery: hot site vs cold site

Scritto il 11 Novembre 2019

La scelta tra hot site e cold site spinge gli utenti a comprendere il funzionamento delle piattaforme di disaster recovery e le risorse necessarie. Non bisogna guardare soltanto i costi, ma considerare diversi parametri indispensabili, come la velocità di elaborazione.
Ogni azienda dovrebbe avere un sito di disaster recovery in caso di crisi. Una posizione esterna al sito per il recupero dei dati e il ripristino delle operazioni consente l’ottenimento della business continuity e la possibilità di prevenire la perdita dei dati critici.

Cosa sono esattamente

Hot site e cold site sono due opzioni di backup disponibili per il recupero remoto dei dati. Mentre il primo è una copia di un data center con tutto l’hardware e il software in esecuzione simultanea al sito web, il secondo metodo di disaster recovery non comprende nessun hardware e nessun software. Per utilizzare un cold site si affitta lo spazio necessario per un data center senza alcuna attrezzatura. Nella scelta tra i due sistemi – per un piano di disaster recovery – è importante capire come funziona ogni tipo di piattaforma di disaster recovery, la quantità di risorse impiegate e quali dati sono più importanti per la propria società.

Funzionamento di un hot site

Si tratta di un disaster recovery già impostato e pronto all’’uso, che non prevede interruzioni del flusso di lavoro. Un sito di backup di questo tipo disporrà di un’apparecchiatura configurata con i dati aggiornati, con tutte le funzioni principali del data center copiate e gestite fuori dal sito. Per chi necessita di un servizio sempre funzionante è più conveniente scegliere un hot site. Nonostante il fatto di avere una piattaforma di disaster recovery, oltre a un data center sia costoso, ciò potrebbe essere utile in caso di perdita di dati critici. Inoltre, un hot site ha copie di tutti i server critici, nonché del personale a disposizione per la gestione e il monitoraggio delle apparecchiature.

Funzionamento di un cold site

All’opposto dell’hot site, il quale è sempre funzionante, è caratterizzato da poco spazio consumato e installazioni minime. Quando si utilizza questo servizio di backup, bisogna configurare l’hardware, effettuare i collegamenti e installare il software necessario.

I cold site non vengono perciò utilizzati fino al momento in ci si verifica una crisi. A volte è possibile ricorrere all’installazione rapida, ma prima che si verifichi un disastro, non ci sono risorse fisicamente attive. I backup periodici vengono spesso eseguiti in preparazione all’utilizzo di un sito disaster recovery di questo tipo, mai dati possono essere recuperati soltanto quando il sito viene attivato.

A causa della loro infrastruttura leggera, i cold site hanno costi inferiori. Perciò non sono impiegati per aree critiche di business, in cui potrebbe essere necessario un accesso rapido. Un elemento a loro favore è che non necessitano di personale specifico per i controlli delle apparecchiature, ma solo di tecnici al momento dell’installazione.

Aspetti comuni e divergenti

Un aspetto comune è che forniscono entrambi luoghi sicuri fuori sede che non saranno interessati dalla maggior parte dei disastri fisici che possono causare guasti, come condizioni meteorologiche estreme o incendi. Entrambe queste strutture sono dotate di funzioni base di: riscaldamento, ventilazione, aria condizionata e alimentazione.

Entrambi i servizi di disaster recovery sono disponibili come opzioni interne o servizi esterni comprendenti vari standard. Se le risorse sono disponibili, le organizzazioni possono disporre di un sito attivo interno, che può essere un centro dati di backup o uno “spazio mobile”. Tali spazi possono anche essere utilizzati come cold site disaster recovery.

La differenza principale è la continuità del servizio. Con un recente backup dei dati e tutti i sistemi IT in funzione, un sito attivo fornisce ridondanza ed è essenzialmente un secondo data center che comporterà tempi di inattività minimi o nulli. Per rendere operativo un sito freddo è necessario pianificare tempi e risorse di installazione.

Quale scegliere per la propria azienda

Se la priorità è ridurre i costi, probabilmente il cold site è la scelta migliore. Se invece il processo produttivo non consente tempi di inattività nel recupero dei dati, potrebbe essere un problema l’utilizzo di tale sistema.

Prima di scegliere un disaster recovery, è necessario considerare i dati relativi all’obiettivo del tempo di recupero (RTO) e all’obiettivo del punto di ripristino. Se il tempo di recupero è breve, un hot site è una buona opzione perché i sistemi e le configurazioni sono già impostati su requisiti specifici.

Se si dispone di un RTO prolungato per più tempo, un cold site può essere configurato. Anche se occorre più tempo per l’installazione, potrebbe non avere alcun effetto sul tuo business e contemporaneamente ridurre i costi.

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